Il fenomeno del “Kid Unboxing”: che cosa è e come funziona

L’unboxing non è altro che l’atto di spacchettare un pacco mostrandone il procedimento ed il 

contenuto. Un fenomeno che sta emergendo sempre di più e che fa leva sull’effetto wow, sorpresa su adulti e bambini.  E’ di fatto un modo indiretto di fare marketing.

Come qualcuno ha già potuto notare sui social, gli influencer non si limitano più a presentare il loro ultimo acquisto o un regalo ricevuto con qualche foto, ma filmano per intero l’apertura della scatola, facendo attenzione a mostrarne ogni dettaglio come il design ed i materiali con cui quest’ultima è stata realizzata.

I filmati di unboxing postati ottengono milioni di click, alimentando una tendenza che ha suscitato l’interesse dei colossi dell’elettronica e della moda.

IL FENOMENO DEL KID UNBOXING

Molto famoso è anche il fenomeno del Kid unboxing, che consiste nel processo di disimballaggio dei giocattoli da parte dei bambini. Dopo aver disimballato il prodotto, il bambino lo descriverà, l’assemblerà e lo proverà.

I bambini si entusiasmano quando vedono il video che mostra un bambino che prende il suo nuovo giocattolo dalla confezione e inizia a giocarci. Questa sensazione di sorpresa ed eccitazione è stata ulteriormente sfruttata dalle aziende di giocattoli che progettano specificamente giocattoli e imballaggi destinati a essere presenti nei video di unboxing.

Durante il lockdown determinato dal coronavirus, la tendenza all’unboxing è diventata virale così come le visualizzazioni su youtube e questi video di kid unboxing hanno ricevuto milioni e milioni di click.

I RISCHI DELL’UNBOXING

Quali sono i rischi dell’unboxing? L’unboxing in sé non presenta particolari rischi. Ma comunque non bisogna mai abbassare la guardia. Ecco gli elementi da tenere in considerazione quando si guarda un video di questo tipo e che i genitori non devono mai scordare. Da ricordarsi che Youtube non puo’ essere una sorta di babysitter, che bisogna avere sempre attenzione ai contenuti e al linguaggio utilizzato e ovviamente va sempre dato uno sguardo anche agli spot pubblicitari presenti.

L’appeal  di questi video è dovuto ad un incrocio di elementi cognitivi, affettivi, sociali e fisiologici; in altre parole, identificazione, immaginazione, sentimento “dentro” la storia, connessione sociale, apprendimento e un pizzico di dopamina.

IL PARERE DELL’ESPERTO

Abbiamo chiesto un parere al dottor Nicolò Gaj, psicologo e psicoterapeuta, su questo argomento: “Questi video non recano di per sé particolari problemi. Piuttosto, è la loro fruizione che va attentamente monitorata. I genitori dovrebbero sempre chiedersi quale sia il motivo per il quale scelgono di proporre video del genere ai propri bimbi (cosa da fare sempre in presenza di un adulto, in ogni caso). La fruizione del video dovrebbe sempre essere accompagnata da un’attribuzione di senso da parte dell’adulto. Per esempio, il genitore potrebbe dire: “Guardiamo questo video così ci facciamo un’idea più dettagliata del regalo che desideri da tanto e che hai chiesto per il tuo compleanno…”. In questo modo, il video non rischia di apparire come un fine, che il bambino potrebbe adottare in futuro come strumento autoconsolatorio in momenti di solitudine o disagio, quanto come un mezzo per esplorare oggetti il cui desiderio è stato precedentemente coltivato con l’aiuto degli adulti”.